Il pallone autoespandibile (pallone di AMBU)
Il pallone autoespandibile (pallone di AMBU) è il presidio utilizzato dai soccorritori di tutto mondo per il supporto dell’attività respiratoria o per la ventilazione artificiale durante le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Come è fatto e come funziona questo presidio?
– Un po’ di storia…
– Componenti
– Funzionamento generale
Un po’ di storia…
Il pallone autoespandibile di Ambu (noto anche come pallone AMBU o AMBU) è un presidio inventato negli anni ’50 del XX secolo dal Dr.
Holger Hesse, fondatore dell’azienda Ambu, con la collaborazione del professore danese Henning Ruben.
La sua funzione è di permettere il supporto dell’attività respiratoria autonoma di un infortunato, o di sostituirsi completamente ad essa tramite le ventilazioni artificiali, in caso di arresto respiratorio.
Il pallone ha la caratteristica fondamentale di essere autoespandibile. Esso, infatti, riprende autonomamente la forma dopo ogni compressione, ricaricandosi con aria non respirata dal paziente. Questo è possibile grazie ad una combinazione di valvole unidirezionali che regolano i flussi di aria in uscita ed in entrata.
La prima versione era costruita completamente in pelle e montata su un telaio ricavato da raggi di bicicletta. Oggi ne esistono molti modelli nei più svariati materiali, da quelli monouso a quelli in pvc autoclavabile.
Componenti
Come abbiamo già accennato la funzione del pallone di Ambu è fornire supporto all’attività respiratoria autonoma o sostituirsi ad essa quando è assente o completamente inefficace. Per fare questo il presidio deve essere in grado di:
- insufflare aria nelle vie respiratorie dell’infortunato vincendo la resistenza passiva del torace all’espansione;
- evitare danni meccanici dovuti ad una forza eccessiva di insufflazione;
- arricchire la miscela d’aria con percentuali di ossigeno crescenti, fino ad arrivare quasi al 100%.
Come è fatto?
L’Ambu è costituito da una camera d’aria comprimibile dotata di una serie di valvole di non ritorno per garantire il flusso unidirezionale dell’aria, ed è completato da una serie di accessori che vengono assemblati secondo necessità ed in base alla corporatura del paziente.
Il corpo dell’ambu è costituito dal pallone vero e proprio (la camera d’aria) dotato di:
- una via di uscita per l’aria in direzione del paziente (A) munita di valvola di non ritorno (V1);
- due punti di ingresso rispettivamente per l’ossigeno puro (B) o per l’aria proveniente dall’ambiente o dal reservoir (C), anch’essi muniti di una valvola (V3) che impedisce l’uscita dell’aria quando il pallone viene compresso ma permette all’ambu di riempirsi quando il reservoir è vuoto.
Nella parte di plastica dove è contenuta la valvola di non ritorno (V1) è presente anche una valvola limitatrice di pressione (V2) con relativo tappo di esclusione: quando essa è aperta, è tarata per sfogare l’aria verso l’esterno in caso di insufflazione troppo energica, polmoni troppo pieni, vie aeree ostruite.
All’ambu, al momento dell’utilizzo, vengono poi montate ulteriori componenti, monouso o sostituibili in caso di usura:
- reservoir: è un sacchetto di plastica che si attacca alla parte inferiore dell’ambu e che funge da serbatoio. Qualora l’ambu sia attaccato ad una fonte di ossigeno sotto pressione (bombola o impianto), esso si gonfia e permette di erogare al paziente quantità di ossigeno superiori a quelle presenti in area ambiente (si passa dal 21% a quasi il 100%);
- tubo di raccordo per ossigeno: è un tubicino di plastica di piccolo calibro, identico a quello utilizzato per le maschere ossigeno usa e getta. Permette di far arrivare l’ossigeno erogato dalla bombola fino all’ambu;
- filtro: è un sistema di protezione igienica per l’ambu, non indispensabile per il suo funzionamento. Protegge lo stesso da quanto esalato dall’infortunato durante la fase di rilassamento toracico in seguito ad una ventilazione meccanica forzata.
Soprattutto in caso di emissione di fluidi biologici (vomito, sangue), consente di mantenere funzionale l’ambu con la semplice installazione un filtro nuovo.
- catetere di Mount: detto anche tubo corrugato, è un raccordo di 15-20 cm che collega l’ambu al tubo endotracheale o alla maschera laringea in un paziente intubato. Esso consente al soccorritore di muoversi più liberamente e di spostarsi durante le operazioni di trasporto senza il rischio di spostare il tubo endotracheale che deve rimanere necessariamente fisso. Inoltre, essendo dotato di un accesso nella parte di raccordo con il tubo (protetto da tappo), consente l’aspirazione delle vie aree o la somministrazione di farmaci tramite il tubo stesso, senza rimuovere i sistemi di ventilazione.
- maschera ambu: è la parte di contatto con il viso del paziente e permette la ventilazione artificiale negli infortunati non intubati. A forma di pera, è prodotta in varie misure per adattarsi al meglio al volto di ogni persona. Copre interamente il naso e la bocca ed aderisce perfettamente alla pelle nonostante le irregolarità del volto grazie ad una camera d’aria circolare presente nella zona di contatto. Per migliorare l’aderenza, la camera è spesso è dotata di una valvola, che permette di variarne il gonfiaggio con l’ausilio di una siringa (solitamente da 20cc).
La maschera ambu non ha nessun foro per l’ingresso o l’uscita dell’aria, poiché qualsiasi forma di sfiato impedirebbe di ottenere la forza necessaria per espandere efficacemente il torace di una persona in arresto respiratorio.
Funzionamento generale
Una volta montato correttamente il pallone autoespandibile (pallone di AMBU) in tutte le sue componenti e raccordato l’ossigeno, il soccorritore impugna la maschera con una presa a “C” e la fa aderire perfettamente al volto del paziente. La presa viene consolidata con una adeguata pressione verso il volto effettuata con pollice, indice e medio che si trovano sulla maschera. Con l’anulare e il mignolo il soccorritore assicura il posizionamento della maschera sul volto arpionando la parte ossea del mento dell’infortunato.
Con delicatezza viene eseguita la manovra di iperestensione del capo (in assenza di traumi) anche qualora fosse già stata posizionata la cannula di Guedel. A questo punto possono essere iniziate le ventilazioni in eventuale coordinamento con chi sta eseguendo le compressioni toraciche esterne se in presenza di un concomitante arresto cardiaco. Il soccorritore, con la mano che non regge la maschera, comprime delicatamente la camera d’aria costituente il corpo del pallone. Ad ogni compressione l’aria verrà indirizzata verso il torace dell’infortunato, forzandone l’espansione e permettendo lo scambio di gas a livello polmonare.
Flussi d’aria:
Una volta montato completamente l’Ambu lo si raccorda alla bombola di ossigeno. Il gas medicale che entra satura il corpo dell’ambu e riempie il reservoir.
La compressione del pallone dirige l’aria in direzione del paziente (A), la valvola di non ritorno (V1) si apre e ne permette il passaggio. Se la ventilazione è eseguita correttamente la valvola (V1) si chiude al termine della compressione impedendo il ritorno dell’aria nell’ambu.
Qualora la forza erogata con la compressione risulti eccessiva entra in funzione la valvola limitatrice di pressione (V2) facendo uscire l’aria in eccesso.
Quando l’operatore rilascia il pallone esso tende a tornare al suo volume iniziale: questo è possibile se può entrare ossigeno od aria. L’ossigeno arriva in piccola parte dalla bombola raccordata e in maggior quantità dal reservoir che si sarà gonfiato e fungerà da serbatoio per riempire rapidamente l’ambu. Qual’ora quest’ultimo sia collassato l’ambu attingerà dall’aria ambiente tramite una valvola (V3). A maggior ragione l’ambu attingerà dall’aria ambiente qualora non fosse montato il reservoir.
Percentuali di ossigeno erogate:
Oltre a consentire una ventilazione meccanica in caso di arresto respiratorio attingendo dall’aria ambiente, il pallone ambu è, come abbiamo già visto, in grado di arricchire l’aria insufflata nel paziente con percentuali di ossigeno crescenti:
– 21% (aria ambiente): ambu in configurazione base, senza collegamento alla bombola di ossigeno;
– 40-50%: ambu raccordato alla bombola di ossigeno ma senza reservoir o con reservoir collassato;
– 80-90%: ambu raccordato alla bombola di ossigeno e reservoir montato e gonfio.
Bravo.
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Articolo chiaro ed esaustivo. Grazie