L’autoprotezione del Primo Soccorritore

 

Il primo soccorritore può trovarsi di fronte ad una situazione potenzialmente pericolosa per la sua incolumità.

  • Cosa deve fare il primo soccorritore qualora identificasse dei pericoli?
  • Intervenire sempre e comunque anche a discapito della propria sicurezza è la scelta corretta?
  • Cosa si intende con il termine “Autoprotezione”?

 

Aspetto fondamentale del soccorso, sia professionale che laico, è che chi presta aiuto non diventi vittima: è importante valutare i rischi che conseguono dall’ intervento di un soccorritore  perché un soccorritore deve preservare primariamente la propria salute e integrità (essere consapevoli dei propri limiti è importante anche in questo campo; ci sono situazioni che necessitano dell’intervento di forze dell’ordine o vigili del fuoco dove una telefonata d’allarme diventa il soccorso più efficace da noi erogabile); inoltre un soccorritore ferito andrà ad aggravare la situazione generale dovendo essere a sua volta soccorso con conseguente aumento delle risorse necessarie.
Riassumendo: la protezione personale è la priorità principale e ha la precedenza anche rispetto alle cure prestate alla persona da soccorrere.

L’ insieme degli accorgimenti messi in atto per tutelare la salute del soccorritore prende il nome di autoprotezione.

Se nel soccorso avanzato gli operatori sono muniti per legge dei D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) il primo soccorritore é, invece, sprovvisto di qualsiasi presidio.

Vediamo cosa deve valutare il primo soccorritore per tutelare la propria sicurezza:

VALUTAZIONE DELLA SCENA
É la prima (e più volte richiamata durante un soccorso) fase di osservazione che serve ad identificare i pericoli ambientali, di origine naturale o antropica.
La domanda che il soccorritore deve rivolgere a se stesso è: “La scena è sicura?”.
La risposta è data dall’analisi di ogni singolo elemento presente sulla scena per identificare ciò che può essere nocivo.
Se appare banale considerare pericolosa una stanza in fiamme, poiché il fuoco è conosciuto ed immediatamente visibile, meno semplice è valutare correttamente altre potenziali fonti di danno.

In un tragico incidente sul lavoro del 2009 in Sardegna, due operai persero la vita nel generoso tentativo di trarre in salvo un primo collega caduto in una cisterna: tutti furono vittime del gas ivi contenuto (minaccia che al contrario del fuoco è invisibile).

Anche le scene degli incidenti domestici o stradali nascondono insidie: sostanze infiammabili, oggetti in bilico, oggetti taglienti, fili della rete elettrica non isolati e in tensione…molte altre situazioni possono ferire chi presta aiuto; è quindi, necessario valutare la scena con attenzione.
L’ambiente circostante deve essere continuamente osservato e rivalutato durante le fasi del soccorso, per accorgersi di eventuali mutamenti; il processo di valutazione non ha mai fine: ogni rischio deve essere considerato come evolutivo; bisogna essere pronti a cambiare linea d’azione per rispondere a condizioni mutevoli.
Il soccorritore può essere esposto anche al rischio biologico: sangue, vomito, urina e qualsiasi altro liquido biologico sono potenzialmente pericolosi in quanto possibili veicoli di malattie e di conseguenza bisogna evitare il contatto con essi. Il primo soccorritore, non disponendo di materiale monouso (guanti) e di tute di protezione dedicate, deve anche porre attenzione alla contaminazione accidentale di vestiti e scarpe, per evitare quella che possiamo definire come “contaminazione a catena” (dai sedili dell’automobile all’arredamento di casa, ecc…).

VALUTAZIONE DELLA DINAMICA
La valutazione della dinamica di un incidente è principalmente rivolta all’identificazione dei danni che può aver subito l’infortunato. Anche qui l’autoprotezione del soccorritore è necessaria in quanto permette di identificare eventuali pericoli ambientali residui.

Esempio pratico: davanti a noi vi è un operaio steso ai piedi di una scala e supponiamo che sia caduto da essa; la scala se non rimossa potrebbe rappresentare anche per noi soccorritori un pericolo se inavvertitamente urtata o se già in bilico.

La domanda successiva è:

Una volta osservata la scena e valutati gli eventuali pericoli ancora presenti, cosa deve  fare il primo soccorritore per tutelare la propria sicurezza?

La soluzione dipende dal pericolo riscontrato: può essere rimosso senza nessun rischio? Alle medesime condizioni è possibile spostare l’infortunato? Si procede rapidamente a risolvere questi quesiti prima di iniziare qualsiasi altro tipo di manovra. Se invece non è nelle possibilità del soccorritore rendere la scena sicura egli NON deve intervenire, bensì attivare i soccorsi avanzati necessari e formati per risolvere la situazione (es. Vigili del Fuoco); nel frattempo attenderà in una zona sicura facendo quanto possibile per agevolare l’arrivo e l’operato dei professionisti in arrivo.

IN CONCLUSIONE: il primo soccorritore, anche se desideroso di dare il proprio aiuto, deve assolutamente evitare di farsi male! Se l’analisi della scena in cui si trova l’infortunato è sicura può applicare i gesti previsti dal primo soccorso, se invece è presente qualche pericolo questo va rimosso prima di intraprendere qualsiasi altra azione. Nel caso in cui non vi fosse la possibilità di operare in sicurezza oppure di spostare l’infortunato (sempre in sicurezza), il primo soccorritore deve mantenersi in una zona dove non corra rischi, senza intervenire direttamente, comunicando ai soccorsi avanzati che stanno arrivando quali sono le condizioni che dovranno affrontare e in cui dovranno agire, saranno loro a portare a termine il soccorso in piena sicurezza.

 

Massimo Agnesi

Diploma di Maturità scientifica. Dipendente della Croce Rossa Italiana dal 2011 con qualifica di Autista Soccorritore. Monitore di Primo Soccorso e Istruttore Trasporto Sanitario e Soccorso in Ambulanza (Titoli rilasciati dalla Croce Rossa Italiana, Regione Veneto - Percorsi formativi riconosciuti dal Coordinamento Regionale Emergenza Urgenza CREU Regione Veneto).

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